Personaggi illustri sepolti nel
Cimitero Acattolico di Roma
Il cimitero
si distingue
per la grande
concentrazione
di artisti, scrittori,
studiosi e diplomatici
ivi sepolti. Molti
di loro si erano
trasferiti a Roma,
altri avevano
scelto di vivere
in Italia,
altri ancora
morirono a
causa di una
malattia o di
un incidente
mentre erano
in visita nella
città.
Le tombe più amate
dai visitatori
sono quelle dei
poeti inglesi John
Keats e Percy Bysshe
Shelley; il figlio
di Goethe; Antonio
Gramsci, il filosofo
politico italiano;
e il pittore russo
Karl Brullov. Ma
ve ne sono molte
altre degne di
nota o per via
dei loro occupanti o per il valore
artistico delle
tombe stesse. La
seguente lista
non è che
una selezione.
Johan
David Ǻkerblad(1763-1819), diplomatico
svedese e orientalista
che abbandonò la
carriera diplomatica
per dedicarsi alla
ricerca filologica,
si trasferì a
Roma nel 1809.
Abile linguista,
conosceva il greco,
il turco, l’arabo
e il persiano e
lavorò alla
decifrazione della
Stele di Rosetta
nel 1801-2 mentre
si trovava a Parigi.
Tuttavia la sua
produzione scientifica è limitata.
Morì in
solitudine e la
sua tomba fu fatta
edificare dai suoi
amici cinque anni
dopo.
Hendrik
Andersen (1872-1940), scultore,
nato in Norvegia
ed emigrato negli
Stati Uniti d’America,
si trasferì definitivamente
a Roma nel 1896.
Nella sua tomba,
da lui progettata,
riposano anche
sua madre Elena,
suo fratello Andreas,
sua cognata Olivia
e la loro sorella
adottiva Lucia,
che visse fino
al 1978. Divenne
amico e corrispondente
di Henry James
e il suo busto
raffigurante lo
scrittore americano è senz’altro
una delle sue opere
migliori. La sua
casa-studio a Roma,
Villa Hélène, è un
pregiato esempio
di architettura
Art Nouveau nonché attuale
museo delle sue
opere.
Jacob
Salomon Bartholdy (1779-1825),
soldato prussiano,
diplomatico e
patrono delle
arti. Divenuto
Console Generale
a Roma nel 1815,
formò una
solida amicizia
con il Cardinal
Consalvi. Si
ritiene che abbia
sostenuto un
revival dell’affresco
per il fatto
di aver impiegato
quattro pittori
tedeschi (i cosiddetti
Nazareni) nella
decorazione del
suo Palazzo Zuccari
in Via Sistina
a Roma (alcuni
degli affreschi
e dei suoi notevoli
oggetti d’antiquariato
si trovano ora
a Berlino).
Rosa
Bathurst (1808-1824)
ha una tomba
progettata dallo
scultore inglese
Richard Westmacott
junior che è interessante
per i bei rilievi
e per la toccante
epigrafe che
registra la sua
morte per annegamento
nel Tevere all’età di
16 anni. La sua
fine improvvisa
scioccò Roma,
che aveva ammirato
la sua bellezza,
intelligenza
e fascino. Sebbene
la tomba sia
stata costruita
nel 1825, le
lunghe iscrizioni
(sia in latino
che in inglese)
furono aggiunte
solo dopo il
1830.
Karl
Pavlovich Brullov (1799-1852).
Brullov fu il primo
pittore russo a
divenire famoso
in Occidente ed è considerato
una figura chiave
nella transizione
dal neoclassicismo
al romanticismo
russo. La sua opera
più nota, L’ultimo
giorno di Pompei (1830-1833;
Museo di Stato
Russo, San Pietroburgo), è una
tela grandiosa
compiuta in seguito
a una visita in
loco nel 1827.
Il quadro fu paragonato
da Pushkin e Gogol
ai migliori lavori
di Rubens e Van
Dyck e quando fu
mostrato in Italia
riscosse molto
successo. Per motivi
di salute visse
in Italia negli
ultimi due anni
della sua vita.
Jacob
Asmus Carstens(1754-1798), un
pittore tedesco/danese
(di Schleswig), è considerato
il fondatore della
tarda scuola di
pittura storica
tedesca. Durante
le sue visite a
Roma nel 1783 e
1792 fu influenzato
dall’opera
di Giulio Romano.
Produsse opere
di soggetto storico,
come Il Simposio
di Platone e La
battaglia di Rossbach.
Nel 1795 fu organizzata
una grande mostra
delle sue opere
a Roma, dove morì nel
1798. L’attuale
lapide fu fatta
erigere nel 1819
da un gruppo di
suoi ammiratori.
Gregory
Corso(1930-2001), poeta
Americano, fu il
membro più giovane
del gruppo di poeti
della Beat Generation
(insieme a Kerouac,
Ginsberg e Burroughs).
Corso scoprì la
letteratura e iniziò a
scrivere poesie
da adolescente
mentre era in prigione.
Incontrato Ginsberg
dopo il suo rilascio
nel 1949, si unì agli
altri scrittori ‘Beat’ e
vide la nascita
del movimento Beat-nik.
Figlio di immigrati
italiani a New
York, desiderava
essere seppellito
accanto alla tomba
di Shelley a Roma,
dove infatti si
trova ora.
Carl
Philipp Fohr (1795-1818),
paesaggista e
ritrattista tedesco
nato a Heidelberg.
I suoi acquerelli
della regione
Neckar e di Baden,
commissionati
dalla Granduchessa
Wilhelmina di
Hesse, sono molto
ammirati. Durante
un viaggio in
Italia decise
di trasferirsi
a Roma nel 1816,
dove produsse
notevoli ritratti
dei pittori Nazareni
che lì soggiornavano.
Morì tragicamente
per annegamento
mentre nuotava
nel fiume Tevere.
Carlo
Emilio Gadda (1893-1973),
romanziere italiano
nato a Milano e
noto come il Grande
Lombardo. I suoi
romanzi e racconti
sono noti per un
utilizzo del linguaggio
che si differenzia
dal periodo formale
precedente alla
Guerra: egli introdusse
infatti il gergo
tecnico, il dialetto
e il gioco di parole.
Si laureò in
Ingegneria ed esercitò la
libera professione
fino al 1935, quando
si concentrò sulla
scrittura.
Irene
Galitzine (1916-2006),
stilista nota
per la sua creazione,
negli anni ’60,
dei pigiama palazzo,
indossati da
alcune delle
donne più belle
del mondo e ora
acquistati da
importanti musei
per le loro collezioni.
Figlia di un
principe russo
e una donna georgiana,
scappò da
piccolissima
con la sua famiglia
durante la Rivoluzione
d’ottobre
del 1917 e si
trasferì in
Italia.
John
Gibson (1790-1866),
scultore gallese
che visitò Roma
per la prima volta
all’età di
27 anni e vi rimase
fino alla sua morte.
Preso sotto l’ala
protettrice del
Canova, ricevette
presto molte commissioni
per ritratti e
sculture monumentali
da patroni inglesi.
Incise anche le
lapidi delle tombe
di suo fratello
Benjamin e dello
scultore amico/rivale
Richard Wyatt,
anch’essi
a Roma.
August
von Goethe (1789-1830), l’unico
dei cinque figli
di Johann Wolfgang
von Goethe a raggiungere
l’età adulta,
morì tuttavia
prima del padre
durante un viaggio
a Roma. Il genitore
sconvolto commissionò una
tomba con la scritta “Goethe
Filius” e
un medaglione-ritratto
opera di Bertel
Thorvaldsen (ora
una copia in bronzo).
Antonio
Gramsci (1891-1937), filosofo
italiano, organizzatore
e co-fondatore
del Partito Comunista
Italiano. Gramsci
scrisse più di
trenta quaderni
di storia e analisi
durante la sua
prigionia voluta
da Mussolini. I
suoi Quaderni
dal Carcere contengono
sia idee relative
alla storia italiana
e al nazionalismo,
sia riflessioni
originali sul Marxismo
e principi critici
ed educativi, tra
cui il famoso concetto
di egemonia culturale.
Morì poco
dopo il suo rilascio
a causa di problemi
di salute.
Johannes
Carsten Hauch (1790-1872),
poeta danese,
commediografo
e romanziere.
Uno scrittore
prolifico che,
dopo aver abbandonato
la carriera poetica,
si dedicò alle
commedie e ai
romanzi, tra
cui ricordiamo Vilhelm
Zabern (1834),
che riscosse
un certo successo.
Oggigiorno non
tutta la sua
prosa è considerata
di grande valore,
sebbene alcune
delle sue poesie
e tragedie siano
molto ammirate.
John
Keats (
1795-1821). Figlio
di uno stalliere
dell’East
End londinese,
lasciò la
scuola a 14 anni
per fare tirocinio
come farmacista
e studiare medicina
e chirurgia.
Anche se povero,
abbandonò la
medicina per
la poesia e,
nei dodici mesi
che seguirono
il settembre
1818, produsse
una quantità di
capolavori senza
eguali nella
lingua inglese.
I sintomi della
tubercolosi apparvero
nel 1820, anno
in cui viaggiò in
Italia alla ricerca
di un clima più mite.
Morì a
Roma all’età di
25 anni.
August
Kestner (1777-1853),
diplomatico tedesco
e collezionista
d’arte
che praticò la
professione di
avvocato ad Hannover
prima di diventare,
nel 1818, inviato
ufficiale e Ministro
Plenipotenziario
a Roma, dove
passò la
maggior parte
della sua vita.
Co-fondò e
diresse
quello che in
seguito divenne
l’Istituto
Archeologico
Germanico di
Roma. La sua
collezione di
oggetti d’antiquariato
si trova presso
il Museum August
Kestner di Hannover.
Richard
Krautheimer (1897-1994),
storico tedesco dell’arte
e dell’architettura
che fuggì dalla
Germania nazista
e fu naturalizzato
cittadino statunitense.
Per molti anni
Professore di
Belle Arti alla
New York University,
si ritirò a
Roma nel 1971
per scrivere Roma:
profilo di una
città (1980)
e La Roma di
Alessandro VII (1985).
Il suo corpus
in cinque volumi
sulle basiliche
paleocristiane
di Roma rimane
un documento
fondamentale
per lo studio
delle stesse.
Belinda
Lee (1935-1961),
attrice cinematografica
inglese nata nella
contea del Devon.
Oggigiorno non è più molto
nota ma negli anni
cinquanta era piuttosto
popolare grazie
alle sue capacità interpretative
e alla sua raffinata
bellezza. La sua
carriera cambiò direzione
dopo che si trasferì in
Italia, ma purtroppo
morì molto
giovane in un incidente
automobilistico
mentre era diretta
da Las Vegas a
Los Angeles. La
sua tomba, molto
vicina a quella
di Shelley, è contrassegnata
da una scultura
raffigurante il
torso di una figura
femminile classica
drappeggiata.
James
MacDonald (1741-1766),
baronetto scozzese
rinomato per
la sua straordinaria
erudizione. Morì di
malaria a Roma
all’età di
25 anni. La sua
tomba è una
delle più antiche
del cimitero
e fu disegnata
da G.B. Piranesi
(come riportato
sull’iscrizione),
che fu un caro
amico di MacDonald
durante il suo
soggiorno romano.
David
Randall-MacIver (1873-1945), archeologo
inglese che scavò presso
le rovine di Grande
Zimbabwe (dimostrando
le sue origini
africane) e in
Egitto con Petrie.
Fu curatore di
Egittologia all’Università del
Museo della Pennsylvania
(1905-1911) e divenne
un cittadino degli
Stati Uniti, ma
si trasferì in
Italia nel 1921
per studiare gli
Etruschi. Morì a
New York ed è commemorato nella
Parte Antica quale benefattore del
Cimitero.
George
Perkins Marsh (1801-1882),
diplomatico e
filologo americano,
nonché pioniere
dell’ambientalismo.
Nato nel Vermont,
che rappresentò al
Congresso (1843-1849),
nel 1861 divenne
il primo Ministro
Plenipotenziario
degli Stati Uniti
in Italia, un
incarico che
mantenne quasi
fino alla morte.
Noto per la sua
vasta conoscenza
delle lingue,
fu anche uno
dei primi a sollevare
la questione
ambientalista
per mezzo del
suo libro L’uomo
e la natura (1864).
Malwida
von Meysenbug (1816-1903), autrice
tedesca, pensatrice
femminista e rivoluzionaria.
Ruppe con la famiglia
a causa delle sue
convinzioni democratiche
e femministe e
si unì a
una congregazione
di donne di Amburgo.
Evitò l’arresto
fuggendo in Inghilterra,
dove lavorò come
insegnante e traduttrice, ma
mantenendo sempre i contatti
con la sua cerchia.
Nel 1862 si trasferì in
Italia sostenendosi
economicamente
grazie ai suoi
scritti, che includono
i Ricordi di
un’idealista.
P.A.
Munch (1810-1863),
storico norvegese,
considerato il
fondatore della
scuola di storia
norvegese, autore
degli otto volumi
di Storia
del popolo norvegese (1851-1863)
e curatore di
poesia e mitologia
norrena. Fu uno
dei primi acattolici
a ottenere accesso
negli archivi
vaticani, una
risorsa importante
per la sua ricerca.
Thomas
Jefferson Page (1808-1899),
esploratore americano,
comandante della
Marina Militare
statunitense durante
le spedizioni di
mappatura in Argentina
e Paraguay. Si
trasferì prima
in Argentina e
poi in Europa a
causa della sconfitta
della Confederazione
nella Guerra Civile.
L’elegante
tomba di famiglia,
che consiste in
una statua, un
obelisco, un sarcofago
e due colonne, è stata
creata dallo scultore
italiano Ettore
Ximenes.
Pier
Pander (1864-1919),
scultore olandese
e disegnatore
di medaglie.
Nel 1885 vinse
il Prix de Rome
olandese per
la scultura ma
arrivò nella
capitale d’Italia
solo nel 1890,
già malato
di tubercolosi.
Malgrado la sua
salute, trovò Roma
a lui congeniale
e ricevette molte
commissioni nei
Paesi Bassi dalla
Regina Wilhelmina
e altri. I suoi
busti neoclassici
e i suoi bassorilievi
sono stati recentemente
rivalutati grazie
alla riapertura
del Museo Pier
Pander di Leeuwarden
e a una mostra
tenutasi a Roma
nel 2008 per
celebrare la
sua opera.
Bruno
Pontecorvo (1913-1993),
fisico atomico
italiano. Pupillo
di Enrico Fermi
a Roma, continuò la
sua strabiliante
ricerca in fisica
delle particelle
ad alta energia.
Quando il regime
fascista gli
impedì di
tornare in Italia
in seguito a
una residenza
di studio a Parigi,
si trasferì in
Spagna, negli
Stati Uniti,
in Canada e in
Inghilterra prima
di fuggire all’improvviso
nell’Unione
Sovietica con
la sua famiglia
nel 1950. Dal
1995 il Premio
Pontecorvo viene
concesso a livello
internazionale
ai migliori fisici
delle particelle
elementari.
Sarah
Parker Remond (1826-1894),
dottoressa afro-americana,
attivista anti-schiavista.
Cresciuta a Salem,
Massachusetts,
in una famiglia
attiva nel movimento
per l’abolizione
della schiavitù,
partecipò a
molte conferenze
e raccolse fondi
a tal fine, tanto
che nel 1858
fu invitata in
Gran Bretagna
per parlare pubblicamente
contro la schiavitù.
Non tornò mai
negli Stati Uniti
e si trasferì a
Firenze nel 1866,
dove studiò e
praticò la
professione medica
per vent’anni.
August
Riedel (1799-1883),
pittore tedesco
che studiò prima
a Monaco e poi
a Dresda. Nel
1832 si trasferì definitivamente
a Roma e divenne
professore all’Accademia
di San Luca. È famoso
per i suoi ritratti
penetranti e
per le scene
di genere e di
paesaggio italiano.
La sua tomba
in granito rosa
ha un prezioso
medaglione-ritratto
in bronzo dorato
(restaurato nel
2009).
Amelia
Rosselli (1930-1996),
poetessa italiana
nata a Parigi,
studiò in
Francia, in Inghilterra
(sua madre era
inglese) e negli
Stati Uniti durante
l’esilio
della sua famiglia
nel periodo fascista.
Tornando in Italia
nel 1946, intraprese
la carriera letteraria
e iniziò a
studiare musica
nel tempo libero.
La sua prosa
e i suoi versi
sperimentali
sono scritti
in inglese, francese
e italiano; fu
anche compositrice
musicale.
Gottfried
Semper (1803-1879), architetto
tedesco. Dopo aver
studiato matematica
a Göttingen
e architettura
a Monaco, e dopo
aver passato quattro
anni a Parigi,
divenne Professore
di Architettura
a Dresda e Direttore
dell’Accademia
Reale Sassone delle
Belle Arti nel
1834. Costretto
a lasciare Dresda
per aver preso
parte alla rivolta
del maggio 1849,
Semper fuggì a
Londra e nel 1855
diventò Professore
di Architettura
a Zurigo. Nel 1876
si trasferì in
Italia e morì tre
anni dopo a Roma.
Joseph
Severn (1793-1879), pittore
inglese che fu
accanto a Keats
durante gli ultimi
tempi della sua
malattia. Come
pittore fu piuttosto
versatile e dipinse
ritratti, scene
di genere e soggetti
biblici e letterari.
Tornò a
Roma nel 1861 come
console britannico,
un incarico che
svolse in maniera
affabile ma senza
distinguersi particolarmente.
Nel 1882, in seguito
a una sottoscrizione
pubblica, fu sepolto
accanto a Keats
e gli fu dedicata
una lapide di dimensioni,
forma e disegno
simili alla sua.
Percy
Bysshe Shelley (1792-1822),
poeta inglese.
Brillante e temerario
nella vita come
nei versi, Shelley
produsse la maggio
parte delle sue
opere maggiori
in meno di un
decennio prima
di annegare al
largo della costa
toscana all’età di
29 anni. È ricordato
per le sue poesie
d’amore
(Versi scritti
nella baia di
Lerici),
come maestro
di versi aulici
(A un’allodola),
per le sue odi
superbe (Al
vento dell’ovest)
e per le sue
toccanti elegie
(Adonais).
Fu anche un saggista
filosofico e
politico, nonché un
ottimo traduttore
dal tedesco,
italiano, greco,
spagnolo e arabo.
William
Wetmore Story (1819-1895),
il più importante
scultore americano
a Roma per quarant’anni.
Produsse L’Angelo
del dolore,
la scultura più bella
e più famosa
del cimitero, in
onore di sua moglie
(Story fu seppellito
nella stessa tomba
dopo la sua morte).
La sua vita ispirò Henry
James, che scrisse
una sua biografia
dal titolo William
Wetmore Story e
i suoi amici (1903).
Edward
John Trelawny (1792-1881), autore
inglese, amico
di Percy Bysshe
Shelley (è sepolto
accanto alle sue
ceneri) e grande
ammiratore sia
delle opere di
Shelley che di
quelle di Byron.
Fu un grande narratore
e negli ultimi
anni della sua
vita descrisse
le sue avventure
con Shelley e Byron.
Trelawny identificò i
corpi di Shelley
ed Edward Williams
(un amico che annegò insieme
a lui) e supervisionò le
loro cremazioni.
Scrisse molte pagine
sugli ultimi giorni
di Shelley e, invecchiando,
iniziò a
mescolare fatti
e finzioni per
fare effetto sui
lettori.
Wilhelm
Friedrich Waiblinger (1804-1830),
poeta romantico
tedesco, oggigiorno
ricordato soprattutto
in relazione a
Friedrich Hölderlin.
Waiblinger, che
era solito far
visita all’anziano
poeta e passeggiare
insieme a lui,
ha descritto la
vita di Hölderlin
a Tubinga in Hölderlins
Leben, Dichtung
und Wahnsinn (La
vita di Hölderlin,
la sua poesia e
la sua follia).
Morì a Roma
all’età di
25 anni.
Juan
Rodolfo Wilcock (1919-1978),
poeta argentino.
Dopo aver studiato
ingegneria civile,
iniziò a
scrivere incoraggiato
da Borges e altri.
Nel 1951, sentendosi
a disagio sotto
il regime peroniano,
partì prima
per l’Italia
e poi per Londra
e nel 1957 ritornò per
sempre in Italia.
Da quel momento
in poi scrisse
quasi sempre
in italiano;
la sua richiesta
per ottenere
la cittadinanza
italiana venne
accolta dopo
la sua morte.
Constance
Fenimore Woolson (1840-1894),
scrittrice di
romanzi e racconti,
americana. Nata
nel New Hampshire,
viaggiò molto
negli Stati Uniti
e pubblicò raccolte
di racconti.
Nel 1879, in
seguito alla
morte di sua
madre, si trasferì in
Europa, dove
l’anno
seguente incontrò Henry
James, che divenne
un suo caro amico.
In seguito pubblicò alcuni
romanzi, mentre
i racconti ambientati
in Italia furono
pubblicati solo
postumi. È seppellita
insieme a sua
sorella Clara
Woolson Benedict
e a sua nipote
Clare Benedict,
una generosa
benefattrice
del Cimitero.
Richard
Wyatt (1795-1850),
scultore inglese,
amico e rivale
di John Gibson.
Entrambi studiarono
con Canova e
Thorvaldsen. È famoso
per le sue figure
neoclassiche,
soprattutto femminili,
che si trovano
ora in molte
collezioni pubbliche
e private. Alla
sua morte, avvenuta
a Roma, John
Gibson chiese
di potergli dedicare
un monumento,
che realizzò con
un ritratto e
una toccante
epigrafe.