Nicholas Stanley-Price. A grave in a foreign land: early American presence at the Protestant burying-ground in Rome. In American Latium. American artists and travelers in and around Rome in the age of the Grand Tour. Proceedings of the international conference (eds. Christopher M.S. Johns, Tommaso Manfredi and Karin Wolfe, Quaderni degli Atti, 2017- 2018, Accademia di San Luca, Roma, 2023, pp. 113-122.
(Una tomba in terra straniera: prime presenze americane nel Cimitero Protestante a Roma.) Nel 1804, Washington Irving fu il primo di molti visitatori americani del Cimitero Protestante a Roma a riflettere sul dramma di morire in terra straniera. Sentimenti analoghi suscitavano le tombe di John Keats e di Percy Bysshe Shelley, ma anche il crescente numero di monumenti funebri per americani che morivano nella città. Nel periodo 1800–1849 furono sedici gli americani protestanti ad essere sepolti nel Cimitero. Monumenti per americani furono disegnati da illustri scultori quali E.G. Göthe, Henry Kirke Brown, e – scoperto recentemente – Thomas Crawford, su commissione di un cliente del South Carolina. Pur se colpiti alla vista delle sepolture dei loro compatrioti, i viaggiatori americani concordavano nei loro diari con Shelley, sul fatto che la bellezza del Cimitero Protestante dava ampia consolazione al dramma di morire in terra straniera.